venerdì 30 maggio 2008

L'UOMO E LA DONNA, I LIBRI E LE PERSONE CHE AMANO



L'uomo e la donna sono espressione della stessa energia infinita, che alcuni chiamano Dio. Ma sono espressioni diverse. Fatte per attrarsi, ma non per annullarsi. L'uomo deve donare la sua energia maschile alla donna e la donna la sua energia femminile all'uomo. E ognuno dei due deve permettere all'energia dell'altro di esprimersi liberamente. L'armonia tra i due nasce quando ognuno si nutre dell'energia dell'altro mantenendo le proprie caratteristiche fisiche e psicologiche. L'uomo ama la donna come la donna vuole essere amata e la donna ama l'uomo come l'uomo vuole essere amato. In campo gastronomico potremmo dire che io ti cucino le cose che piacciono a te e tu mi cucini le cose che piacciono a me.Psicologicamente l'uomo e la donna sono diversi come il giorno e la notte. Ma il giorno e la notte si inseguono senza mai scontrarsi e in realta sono una cosa sola. A livello spirituale, metafisico e metapsichico l'uomo e la donna sono la stessa cosa: Energia Infinita, Dio.Vedere nell'altro Dio è l'unico modo per amarlo e non entrare in conflitto. Quello che Francesco d'Assisi chiamava perfetta letizia.L'uomo ama la donna e la donna ama l'uomo quando l'uno per l'altro sono materni e paterni: I genitori consapevoli da un lato accontentano i figli senza mai dimenticare la loro salute fisica e mentale. Gli comprano una merendina, ma biologica e non gliela fanno mangiare al posto del pranzo.
Il libro fondamentale per la mia vita, letto quando ero adolescente, è LETTERA A UNA PROFESSORESSA di Don Milani. In questi ultimi 3 anni a livello filosofico Bhagwan Shre Rajneesh, a livello sociologico Silvano Agosti, a livello letterario Fabio Volo.
Ma fondamentali sono tutte le persone che ho incontrato e di cui ho avuto l'onore di sperimentare il loro amore. Un amore mai solo per me, ma per tutti e per tutto. L'amore è sempre universale. Chi pretende di amare una sola persona in realtà sta solo cercando di possederla. E il possesso è il contrario dell'amore, perchè priva l'altro della libertà e quindi della felicità.

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