giovedì 27 marzo 2008

STEREOTIPI E VIOLENZA

Si sente sempre parlare di violenza contro le donne. E indubbiamente le donne vittime dei comportamenti violenti maschili sono tante, tantissime. Ma parlare anche della violenza di donne nei confronti di uomini non se ne parla mai. E' un tabu'. Sembra che la donna possa essere solo vittima. Ma così non è. Chi non conosce donne che rendono impossibile la vita al loro partner maschile? La violenza femminile però gode del silenzio: la si subisce in silenzio. Siccome la donna è sempre rappresentata come vittima sembra una provocazione il rappresentarla anche come carnefice. La stessa cosa vale per altre categorie che hanno un'immagine streotipata. E mi riferisco ai buddisti, ai tibetani, agli ebrei, agli svizzeri, ai bambini, agli omosessuali.
La donna è prima di tutto un essere umano come lo è anche l'uomo. E come essere umano può esercitare o subire violenza. Esseri umani lo sono anche i buddisti, i tibetani, gli ebrei, gli svizzeri, i bambini e gli omosessuali. E anch'essi possono esercitare o subire violenza.
La cultura di massa, creata da tutti i mezzi di comunicazione di massa, tende a creare degli stereotipi e quindi a rappresentare il male sempre in un certo modo e il bene con altre sembianze. La figura del prete cattolico per esempio è quasi sempre quella di padre. E così anche quando si scopre che molti preti sono omosessuali e pedofili non ci si scandalizza più di tanto: l'abito fa sempre il monaco e la vittima continua a fare la vittima anche quando è carnefice.

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